mercoledì 25 febbraio 2009

CAMPO DI GRANO, VITA E MORTE

La prima storia ed il primo disegno di Sheridan, prima che prenda il volo. Chissá se tornerá mai indietro. Comunque Neechee é stata previdente; ci ha mandato la storia e l'immagine. Un piccolo assaggio della grande avventura che Sheridan si appresta a compiere!
















CAMPO DI GRANO, VITA E MORTE
di Neechee

Il Campo di grano era piuttosto vasto. Al margine due figure incappucciate discutevano animosamente.
“Non ci posso credere! L'hai rifatto!!! Sei semplicemente terribile, lo sai bene che ad usare i semi modificati geneticamente il grano poi cresce a dismisura e infesta tutto il campo. Ah ma alla signora non importa, tanto poi chi deve falciare anime sono io!” Sbraitava la prima brandendo una falce con la mano scheletrica.
“Ma dai, ti ho detto che non l'ho fatto apposta, e poi se tu non avessi allagato il campo l'altro giorno io non avrei dovuto fare una nuova semina. Insomma non è del tutto colpa mia.” Rispose la seconda figura agitando un dito davanti al teschio incappucciato del suo interlocutore.
“Mi stai forse accusando di essere distratto? Ti ricordo che sei tu che lascia fare tutto il lavoro a me” boffonchiò il primo mentre entrava nel campo di grano con la sua falce.
“Sei tu la signora Vita che tutti adorano no? Dovresti prenderti cura tu del tuo grano, e invece ti limiti a piantarlo qua e là nel campo e poi lasci le incombenze a me.”poi si mise ad imitare la voce di Vita “Morteee me lo potresti innaffiare ceh ho da fare in cucina? Caro non è che potresti concimarlo che devo farmi la manicure?” Morte scimmiottò Vita mentre dava qualche sfalciata nel campo, poi si voltò verso di lei e con le mani sui fianchi continuò a brontolare “ Ti ricordo che io ne ho già abbastanza della falciatura, o credi sia un lavoro facile? Richiede molta attenzione sai? Solo le spine mature possono essere falciate, devo porci la massima attenzione altrimenti potrei fare un danno irreparabile”. Morte continuò il suo soliloquio, mentre con la falce ripuliva il campo dal grano mutante che produceva anime coriacee ed egoiste, che arraffavano tutto il nutrimento dalla terra senza dividerlo con altri.
Vita sembrò sul punto di ribattere, ma fece un profondo respiro e avanzò piano nel campo verso il cupo mietitore suo marito. Gli abbasso il cappuccio e lo baciò sul teschio bianco. Morte ebbe un sussulto e diede una falciata distratta, si fermò e si girò a guardare la sua bellissima moglie.
“Povero il mio bello scheletrino.” disse lei con voce dolce e sensuale. “ Perchè non lasci un attimo la tua falce e vieni a farti consolare dalla tua mogliettina? Su dai facciamo pace che non mi piace se mi tieni il broncio...”.
Morte guardò Vita trasognante ma disse “ C'è ancora molto da mietere qui...”
“Dai finisci dopo caro, non ti preoccupare ti aiuto io, magari diamo un po di diserbante...” lo interruppe Vita accarezzandogli l'osso occipitale. Gli prese poi la mano e lo condusse in casa. Morte la seguì lasciando cadere nel campo la falce che tagliò via qualche spiga non ancora perfettamente matura.
Quando molte ore dopo Morte tornò al suo lavoro, si era completamente dimenticato del grano infestante, che nel frattempo si era camuffato tra l'altro raccolto, quindi lo lasciò lì a maturare e imperare sul resto delle spighe. E noi, che quel grano siamo, stiamo ancora aspettando che il caro Morte se lo porti via con una bella falciata, e preghiamo vivamente che la bella Vita non si sbagli più a piantare semi infestanti.

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